Cestari News 2013-2014

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La guerra di Chioggia raccontata al Cestari

Durante la giornata del 6 febbraio alcuni membri del comitato de "Il palio della Marciliana" si sono  recati presso l’aula magna dell’istituto Domenico Cestari per raccontare in breve la storia della guerra di Chioggia che iniziò nel 1379. Ma per comprendere al meglio questa storia, bisogna fare  qualche passetto indietro per capire i movimenti che Genova ha compiuto per arrivare in questo pezzetto di terra incastonato tra mare e laguna. Venezia era grande nemica di Genova perché deteneva una forte influenza sui traffici marittimi infatti quest’ultima voleva conquistarla per averne il controllo. Così nel 1378 Genova invia 22 galee, al comando di Luciano Doria, per troncare le vie di comunicazione tra Venezia e le colonie, ma Doria viene sorpreso dall’ammiraglio veneziano Vettor Pisani  così fu costretto a dover trovare rifugio a Zara. Nella Primavera successiva, Pisani, che aveva svernato a Pola, veniva rinforzato da 11 galee e tornava a scontrarsi con i genovesi, con esito incerto, mentre scortava un carico di grano destinato alla  madrepatria. Ritornato a Pola, veniva prima bloccato dai genovesi e quindi sconfitto rovinosamente in battaglia il 7 maggio del 1379: ritornato in patria fu accusato di incapacità e codardia, processato, condannato e incarcerato. La morte in combattimento  del comandante genovese venne rimediata con sollecitudine inviando in sua sostituzione Pietro Doria con altre 14 galee di rinforzo. Con la sconfitta della flotta veneziana era maturato il momento per prendere energicamente l’iniziativa, e Genova  e i suoi alleati lo colsero senza indugi. Per arrivare a Venezia però, Genova decise di passare prima in Dalmazia e poi il 6 agosto 1379 le truppe aiutate da Padova via terra, si impadronirono di Clugia Minore e posero sotto assedio Clugia Maggiore  difesa dal podestà Pietro Emo e da 3000 uomini. Il 12 agosto i genovesi attaccano in quattro punti diversi per abbattere le difese. Incessante il tiro delle bombarde, così il podestà da l’ordine di incendiare i magazzini del sale, ricchezza  della città. Venezia così invia 50 barche grosse armate che devono fare ritorno per proteggere i canali della laguna. Il 16 agosto Genova prepara un attacco combinato da terra e da mare al molo di Vigo con balestrieri e arcieri scelti, all’ Isola di San Domenico, all’imboccatura del porto e a Canal Lombardo. Si stava già immaginando ad un lungo assedio ma la svolta si ebbe grazie all’idea dell’incendio del ponte levatoio e del bilfredo centrale del ponte tra le  due Chioggia. Lo scontro corpo a corpo avvenne all’Isola di San Domenico, Chioggia venne saccheggiata per tre giorni, risparmiando però vecchi, donne e bambini ma sul palazzo pretorio venne esposto lo stendardo di Francesco da Carrara, che il  17 agosto prese in mano la città. il 20 agosto il signore di Padova voleva risolvere il tutto con un armistizio ma i vertici genovesi si dimostrarono irremovibili per annientare la potenza veneziana. Cosi nel settembre vennero espugnati i sottoborghi  fortificati di Montalbano, Loreo, Torrenuova, Cavarzere e Bebbe. Il 22 dicembre Venezia attacca con al comando il Doge Andrea Contarini. Una squadra di 16 galee riuscì ad attestarsi sulla palizzata della Lupa in modo da dominare il lido di Clugia Minore  dove sbarcarono 800 fanti. Chioggia perse questa guerra ma l’8 agosto del 1381 ne avvenne la conclusione tra le due grandi potenze con Venezia vincitrice, finanziariamente stremata ma con un potenziale di energie umane e strutture economiche in  grado di garantire una rapida ripresa. Genova aveva fallito credendo di poter cancellare Venezia dallo scenario internazionale. Con la pace di Torino il Patriarcato di Aquileia e il Sovrano d’Ungheria c’era un temperamento delle loro velleità  egemoniche, a Francesco da Carrara andavano il dominio di una parte della laguna e l’inserimento nella produzione saliera, infine l’isola di Tenedo, che era oggetto della discordia, venne di comune accordo consegnata ad Amedeo di Savoia  in veste di supremo garante della sua neutralità, dovendo essere smilitarizzata a spese dei genovesi e definitivamente evaquata.
La giornata si è svolta con i figuranti vestiti in antico costume medievale e l’aula magna è stata abbellita con stendardi ed armi usate durante la guerra. Alla fine della narrazione da parte del giovane Matteo Bellemo , la dirigente ha ringraziato  il comitato per il lavoro svolto, non solo in questa mattinata ma anche durante l’anno per la città. Il comitato "palio de la Marciliana"  è, infatti, un insieme di volontari che si impegna per questa rievocazione storica al fine di trasportarci  tra musica, giochi, cantastorie, tamburini, balestrieri, armati, nobildonne, profumi ed odori tra le fiere del sale di quel tempo. Grazie a questo Chioggia viene fatta conoscere (ogni anno il terzo fine settimana di giugno) ai suoi cittadini, e durante  il resto dell’anno in molte altre città d’Italia dove spesso è più apprezzata. E’ un modo questo per portare il nome della nostra città in giro, ma non solo, perché facendola conoscere si arriva ad una fonte di turismo  molto importante dalla quale attingere. Conoscere ciò che ha reso la propria città quella che oggi ci ospita è importante per poterla sviluppare, incentivare ed apprezzare anche se questi tre concetti ai cittadini chioggiotti sembrano ancora  poco chiari, fortunatamente, però, non per tutti.


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