Cestari News 2013-2014

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Giornate di Primavera del FAI - XXII edizione

Il Liberty a Chioggia
L’Istituto Domenico Cestari alle Giornate di Primavera del FAI

Anche quest’anno, in occasione della ventiduesima edizione delle Giornate di Primavera organizzate e promosse dal FAI (Fondo Ambiente Italiano),  ormai consueto appuntamento con l’arte e occasione per visitare gratuitamente Beni Culturali, privati o poco conosciuti, facenti parte dell’immenso patrimonio storico-artistico del nostro Paese, l’Istituto Domenico Cestari di Chioggia ha voluto contribuire alla scoperta e alla valorizzazione delle bellezze e ricchezze monumentali cittadine.
Il progetto didattico intitolato Il Liberty a Chioggia, presentato ufficialmente giovedì 20 marzo 2014 presso la Sala Consiliare del Comune di Chioggia, ha coinvolto circa quaranta studenti delle classi 4^ AT e 4^ BT dell’istituto  (indirizzo turistico) i quali, coordinati dall’insegnante di Arte e territorio, prof. Gaetano Salerno e dalla prof.ssa Gina Duse, studiosa della storia di Chioggia, hanno partecipato in qualità di giovani ciceroni , sabato 22 e domenica 23 marzo, all’iniziativa culturale, accogliendo i molti visitatori giunti a Chioggia per l’occasione (nonostante la pioggia battente intervallata da qualche timida incursione di un tiepido sole e le temperature non  propriamente primaverili!), per guidarli in un breve ma suggestivo itinerario alla scoperta della storia e della cultura locale.
Il tema scelto per la recente edizione della manifestazione è stato il Liberty e gli argomenti topici sui quali lavorare sono stati individuati in due significative testimonianze (risalenti ai primi anni del Novecento) di quello  spirito di rinnovamento culturale che a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo aveva invaso e caratterizzato l’Europa intera: gli interventi pittorici del pittore marchigiano, naturalizzato veneziano, Giuseppe Cherubini, presenti a Palazzo Brusomini Naccari Ravagnan e nella Chiesa di Sant’Andrea.
Un palazzo privato, oggi sede di una banca ed un edificio sacro, entrambi affacciati su Corso del Popolo a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, entrambi nei secoli palcoscenici di sostanziali interventi architettonici di rinnovamento  linguistico ed entrambi scrigni di pregiati lavori del Cherubini, incaricato di eseguire differenti decorazioni e cicli di affreschi sulla facciata dell’imponente palazzo settecentesco (su commissione dell’allora proprietario Luigi Ravagnan)  e, contemporaneamente, nella navata centrale, nell’abside, nelle cappelle e nella cupola centrale della chiesa (intervento terminato dopo la Prima Guerra Mondiale, per volere del parroco Giuseppe Veronese).
I due interventi pittorici dei due monumenti cittadini, entrambi altamente significativi per lo stile espresso dall’artista pienamente in linea con le tinte e con i toni di quell’Art Nouveau che aveva caricato di nuova  energia, luce e gioia positivista le tavolozze e le tele dei pittori dell’epoca, sono stati così i punti di partenza e di arrivo di un percorso strutturato che si è sviluppato seguendo un itinerario della durata di un’ora circa, organizzato  in tre distinti moduli didattici affidati e gestiti da altrettanti gruppi di studenti, per consentire a tutti (anche ai ragazzi più timidi!) di cimentarsi con la nuova esperienza, mettendosi in gioco come tra non molto, conseguito il diploma, saranno  chiamati a fare nella realtà esterna alla scuola per la realizzazione dei loro progetti di vita.
Dal palazzo, attraverso Piazza Vigo (Hotel Grande Italia, le vecchie saline, l’attracco dei battelli e la laguna, pretesto per parlare del turismo di Chioggia e della nascita della modernità di inizio ventesimo secolo), passando vicino alla  Colonna Marciana e solcando il Ponte di Vigo (brevi accenni alla millenaria storia della città), percorrendo senza fretta la fondamenta del Canal Vena (osservando lo stemma nobiliare in pietra della ricca famiglia Ravagnan posto sulla facciata posteriore  del palazzo, le architetture di Palazzo Grassi e di Palazzo Lisatti-Mascheroni e parlando così delle nobili famiglie locali) per spiegare la duplice natura, di terra e di acqua, della città, per giungere poi, superata la quinta scenografica dei  caratteristici camini alla veneziana delle Procuratie Morosini, alla Torre dell’Orologio e alla Chiesa di Sant’Andrea Apostolo (lasciando emergere il sincretismo architettonico espresso dalla città, con il mattone rosso romanico e la  candida superficie barocca e per esprimere l’orgoglio di possedere l’orologio da torre più antico del mondo!).
Fino alla chiesa, per ammirare gli interventi pittorici del Cherubini nei quali, elementi sacri e dettagli folcloristici legati alle tradizioni marinare di Chioggia si fondono mirabilmente.

Gli studenti, organizzati in due gruppi distinti ma complementari, guide e assistenti, hanno così potuto dapprima contribuire alla ricerca di materiale,  coordinati dal docente, utilizzando sia la biblioteca cittadina sia Internet e le moderne tecnologie,  conoscendo ed approfondendo aspetti inediti della loro cultura locale, rivedendo e ripercorrendo con nuovi sguardi luoghi apparentemente consueti, per  redigere poi schede di approfondimento che hanno costituito il canovaccio sul quale muoversi per illustrare e spiegare ai visitatori questo breve ma affascinante segmento della realtà di Chioggia.
Un’esperienza significativa per i visitatori, soddisfatti dell’accoglienza ricevuta e della possibilità di conoscere, grazie alla professionalità e all’impegno dimostrato dagli studenti, aspetti curiosi e inediti della città;   soprattutto formativa per i ragazzi coinvolti, grazie all’Istituto Domenico Cestari (da sempre impegnato ad avvicinare i giovani studenti al mondo del lavoro) e al progetto didattico, in un’avventura formativa utile per comprendere nella   pratica come le conoscenze e le nozioni apprese in classe debbano necessariamente evolvere in competenze, diventando elementi attivi di quel progetto costituzionale che chiede a ciascuno di noi di tutelare il paesaggio e il patrimonio storico  e artistico  della Nazione e per iniziare a riflettere sul loro, ormai prossimo, cammino professionale.

Testo a cura di Gaetano Salerno, docente di Arte e territorio


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