Ultima modifica: 27 Novembre 2017
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Tutti in Righi ma anchE-NO per Gianca

“Così come sono”: il libro di Giancarlo Volpato diventa occasione per chiudere e rilanciare un anno di lavoro all’istituto tecnico Righi e all’eno-gastronomico Sandonà.

Celebrare la fine dell’anno in auditorium con una riproposizione della ‘Festa di Primavera’ sembrava impresa impossibile: scrutini ormai incombenti se non già in atto, le quinte da continuare a tenere deste sull’esame, gli adempimenti finali e tutto quanto il ministro Fedeli conosce benissimo…

Ma l’imprevisto si chiama Gianca ed ha attraversato il nostro anno scolastico nella forma discreta e dirompente del libro ‘Così come sono’ in cui racconta di sé, ragazzone carico di vita e speranza del rugby italiano e poi, dopo un’improvvida mischia a Bassano, uomo che dall’alto della sofferenza di una lesione spinale si batte per dare un senso alla sua e nostra avventura umana. Giancarlo è il fratello della nostra collega Sara Volpato e ciò basta per ritornare, dopo un mese, a rimetterci le scarpette per calcare il palcoscenico con balli, canti, recitazione, musica e la chicca finale delle ‘Baruffe Chiozzotte’ recitate dagli insegnanti. Prendiamo atto, noi insegnanti, che alle spalle di molti tra i nostri ragazzi ci stanno ore di allenamento in discipline che non potremo mai riconoscere con un voto finale …

Io stesso quest’anno ho incrociato le caparbietà manageriale di un alunno che ha organizzato ‘Ballando per Norcia’ che ci è valsa una cospicua offerta portata insieme personalmente (dentro un progetto di alternanza scuola lavoro) ai monaci benedettini per la ricostruzione del loro convento.

E allora ecco il pacchetto di mischia presentato dalla capitana, la professoressa Patrizia Boscolo, che quest’anno ha cambiato il volto della vecchia ‘Festa di Primavera’ rendendola viva: un momento di incontro tra alunni e professori che mettono in gioco il meglio di sé dimostrando di essere innanzitutto uomini e donne appassionati alla vita, nelle sue multiformi manifestazioni. Tra noi c’è chi balbetta qualche battuta delle baruffe in siculo clodiense (non si cambia l’accento patrio in quattro prove caro Alfio Privitera!) e c’è invece chi canta, duetta, recita e potrebbe fare spettacolo anche da sola (vero Annamaria Mariotti?). Ma ciò che importa stasera, come in ogni partita di cartello, è fare squadra!

Aria di nuovo quest’anno al Righi capace di tirarsi dietro anche l’enogastronomico: non più una manifestazione giovanilistica, come è stata per anni pur corretta e aiutata dagli insegnanti più volonterosi, ma una comune espressione del bello che alberga nei cuori.

Insegnanti che supportano e fanno il tifo per gli alunni, si alternano sul palco, si fanno accompagnare da un violino, ascoltano il rap di due squinternati, cantano in coppia, recitano le baruffe da consumati attori (perché – riveliamolo-  ogni insegnante nasconde in sé l’attore che sognava di diventare), si commuovono fino alle lacrime (vero Luisa Adinolfi?). Impensabile solo fino a qualche mese fa, anche se ‘Libriamoci’ ad ottobre era stata una prima pallida prova d’autore…

La cornice, l’auditorium di Chioggia, è prestigiosa e racconta al folto pubblico il lavoro d’assieme con l’amministrazione comunale che si è chiamata dentro con la dirigente Daniela Ballarin e l’assessore Isabella Penzo  (e qui va riconosciuto il fine lavoro diplomatico del collega Narciso Girotto…)

Questi sono gli occhi dell’ultima ora di scuola: più che mai aperti sulla realtà in un momento storico in cui il pensiero dominante vorrebbe prevalesse un cinismo sterile e disincantato. “Gianca, ci dice la preside Antonella Zennaro nel suo commosso saluto finale, ci ha aiutato a guardare noi stessi, a rendere utile il tempo, ciascuno per quello che è con le sue abilità, la sua storia…”

Niente è estraneo ad una scuola così vera, per questo il palcoscenico diventa quello della vita, ‘di gioie e di dolori in parti eguali fatta’.  Il marito di Sara, a inizio spettacolo, ci mostra un video sulla cura delle lesioni spinali attraverso nuovi percorsi su cui è necessario che la ricerca vada avanti. E noi, protagonisti sul palco e pubblico che ha gremito la sala, nell’interminabile applauso reciproco finale, dimostriamo di aver capito la lezione di Gianca: correre diritti insieme, guardando indietro solo per passare il testimone a chi sopravviene, con le scarpe sporche di fango, fino alla meta finale…

Piergiorgio Bighin