Ultima modifica: 4 Gennaio 2016

La città che vorrei

PREMESSA
È particolarmente importante il periodo che stiamo vivendo. Si auspicano grandi cambiamenti. È tutto in movimento. Le novità si susseguono. E tutti vogliono stare al passo. Non i giovani, però. Loro vedono le novità scorrere senza guardarle, e, in alcuni casi, non sono interessati nemmeno ad acquisirle, specie se proposte dagli adulti.
Ci vorrà del tempo, l’età giusta, per fare proprie le esperienze di altri e per stimare la qualità delle idee per poi migliorarle, modificarle o applicarle nei propri progetti.
È per questo che abbiamo accettato la sfida proposta dal Rotary Club di Chioggia, sulla città ideale che i giovani vorrebbero vivere, per i nuovi stimoli e per l’idea di futuro che scaturisce dal titolo. Prima di questo, gli studenti, non si erano nemmeno posti il problema, proprio perché non ne sentivano l’esigenza. Poi, di fronte all’occasione di poter esprimere la propria opinione, alcuni di loro, più sensibili, responsabilizzati dal poter decidere sulla loro città e sul loro futuro, hanno cominciato a formulare le diverse proposte, alcune alternative, altre estremamente futuriste, altre, in giusta misura, visionarie. Tutte comunque positive e pieni di speranza di dare il giusto contributo al progetto della città che vorrebbero…

DALL’IDEA AL PROGETTO

Si comincia con l’individuare aree sottoutilizzate nel nostro territorio; le zone di intervento si presentano ampie e permettono di immaginare la città fra vent’anni; del resto, loro, di anni ne hanno diciotto… Tutte le idee prendono forma nella zona del cosiddetto “Parco degli orti”, ubicato nella zona sud di V.le Mediterraneo. Un’area perlopiù, come dice il nome stesso, utilizzata ad orti e, da un po’ di anni, a campeggi. L’area si estende fino al fiume Brenta e permette di essere destinata ad attività di grande impatto e con ampia capacità di accogliere anche grandi eventi. È questa la prima idea che viene messa in campo e sulla quale il gruppo inventa grandi parchi, destinati ad eventi musicali, piste per skateboard e pattinaggio, il tutto contornato da verde. Immaginano cinema e divertimento ma anche spazi dedicati alla cultura e aree umide di fitodepurazione. Ma questo, comincia a non bastare e alcuni si pongono di fronte al fatto che l’apporto progettuale proposto, limitato dalla posizione defilata dell’area, rispetto alla città, non si integra completamente, divenendo una semplice appendice. E questo non è sufficiente. Da questo il salto di qualità, la progettazione che da razionale diventa visione e pur mantenendo valido l’intervento nell’area degli orti, sposta l’attenzione nell’area demaniale parallela al lungomare Adriatico. In quest’area vengono inserite, visionariamente appunto, strutture moderne alimentate da energie rinnovabili, come il sole e il vento. Qui si immaginano edifici destinati alla talassoterapia, con piscine alimentate con acqua di mare per l’idroterapia, con centri di bellezza e cosmesi annessi a centri terapici e sale convegni. Questo diventerà il nostro biglietto da visita, per citare la frase di uno studente nel descrivere la sua proposta. Come dargli torto. Propone uno skyline moderno che ha ravvivato l’entusiasmo dei compagni coinvolgendo anche compagni di quarta. Risulta evidente, infatti, da questo progetto, l’intenzione di favorire il recupero di un’area poco sfruttata e sottovalutata, nonostante l’idea generale riconosca le grandi potenzialità e l’importanza di alzare il livello qualitativo dell’utenza oltre alla necessità di allargare la cosiddetta stagione turistica. Nell’analisi delle varie proposte progettuali non viene trascurato nemmeno l’aspetto scientifico, prevedendo un centro di ricerca per l’analisi dei benefici legati alla qualità della sabbia o del sole.
Per la presentazione del progetto è stata scelta la formula per immagini, raccogliendo dalla rete, esperienze e idee che meglio interpretano le aspettative degli studenti. Adeguata importanza è stata data alle aree destinate a parcheggio, preferendo, nell’area del centro ricerche, la soluzione interrata in modo tale da migliorare l’impatto visivo. Nel suo insieme il progetto viene redatto utilizzando software di disegno assistito e di rendering, in linea con le nuove metodologie progettuali.

I Docenti Tutor

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