PROGETTO ROSA:
LA SFIDA DELLE DONNE
Era ora che Confindustria esplicitasse con una intelligente campagna ciò che da un po’ di tempo rilasciava solo nelle interviste, negli articoli di fondo o nei convegni riservati agli addetti.
Il “Club dei 15”, l’Associazione degli Industriali, che riunisce varie realtà confindustriali del Nord Italia, lancia l’iniziativa “Progetto Rosa”, evidenziando che gli Istituti Tecnici non sono e non devono essere individuati come scuole per soli maschi ma anche come scuole destinate all’altra metà del cielo, cioè all’universo femminile.
Queste scuole dimostrano ogni giorno, come del resto hanno già evidenziato in passato, di essere all’altezza delle sfide, preparando studentesse che, in molteplici casi,
confermano di essere superiori alla componente maschile per metodo, tenacia e capacità tecnica, a fronte degli stereotipi che negano alle ragazze capacità o attitudini adeguate ad affrontare un percorso tecnico-industriale.
L’attuale momento di congiuntura richiede figure professionali di alto livello; di questo c’è un grande bisogno che non viene coperto dai diplomati che ogni anno escono dagli istituti tecnici.
Il riordino degli Istituti Tecnici ha ammodernato e razionalizzato i percorsi riducendoli a 9 indirizzi e portando l’orario settimanale a 32 ore, non modificando nella sostanza le innovazioni che nel tempo sono avvenute, specie nel campo delle nuove tecnologie relative alle energie rinnovabili o alle nano-tecnologie, che oggi trovano un significativo riscontro anche occupazionale.
Il nuovo percorso Informatica e Telecomunicazioni, previsto al Righi dal prossimo anno scolastico, apre nuove importanti prospettive completando l’offerta formativa del territorio e fornendo in particolar modo alle ragazze un’occasione da non perdere.
Siamo sicuri che la prospettiva delineata permetterà un’inversione di tendenza e di mentalità che nel breve termine cambierà anche la fisionomia della nostra Città, accogliendo la sfida della modernità e dell’innovazione e vincendo il retrogrado concetto che individua le donne sempre legate a ruoli subordinati ben definiti, negando di fatto le grandi potenzialità che loro stesse sanno esprimere nei momenti più critici, superando la barriera dei luoghi comuni.